Bruno Gambacorta, penna storica di Rai 2 e da 20 anni ininterrotti al comando di Eat parade ogni venerdì alle 13.30, ha voluto fortemente visitare il Loison Museum e conoscere tutti i segreti dell'arte bianca.
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Eat Parade ha da poco compiuto 20 anni: com’era la situazione enogastronomica nel 1998?
Da un punto di vista informativo si parlava molto poco di enogastronomia. Allora l'unico programma era Linea Verde, ma nei Tg era difficile parlare di cibo e di vino. Eat parade ha avuto il privilegio di parlare di questo argomento all'interno di un Tg Nazionale; addirittura ricordo di aver seguito la prima edizione del Salone del Gusto, unica troupe giornalistica presente.
E com’è cambiato il panorama enogastronomico in questi 20 anni?
Oggi di enogastronomia forse se ne parla anche troppo, ma almeno ogni tipologia di pubblico ha il suo programma: dall'informazione alla cultura, dai talent allo show, l'informazione si è settorializzata. Noi di Eat parade possiamo ritenerci più che soddisfatti per aver superato la boa dei vent'anni.
C’è qualche servizio di Eat Parade che ti è rimasto nel cuore?
Tenendo conto che sono andate in onda oltre 1000 puntate per un totale di circa 5000 servizi è un po' difficile affezionarsi ad un solo servizio. Ricordo però una situazione molto particolare e divertente avvenuta lungo le Valli Valdesi, in Piemonte: c'era da riprendere un pastore durante la produzione di formaggi di malga, era estate e le mosche erano continuamente in agguato a tal punto che fummo costretti ad irrorare di insetticida quel “ben di Dio” sacrificando quindi i formaggi per la buona riuscita del servizio!
Ti capita di venire confuso da un collega che ha il nome simile al tuo, stiamo parlando di Bruno Gambarotta?
Bruno Gambarotta è un amico, una persona simpaticissima e grande scrittore. Ogni volta che mi vede mi ringrazia sempre perché gli arrivano libri o vino indirizzati a me ma erroneamente spediti a lui!
Parliamo di dolci: cosa ne pensi dell’idea di destagionalizzare il Panettone?
Non è un discorso semplice, e grandi passi ne sono stati fatti pochi. Bisogna insistere perché il Panettone non ha motivo di essere consumato solo durante le festività natalizie, ma deve essere proposto tutto l'anno, pure in versione salata. Anche perché ho verificato di persona che all'estero il Panettone è consumato durante tutto l'anno.
Come vedi il futuro della pasticceria italiana?
Come i ristoranti stanno proponendo piatti più leggeri e digeribili, penso che anche la pasticceria debba volgere verso questa tendenza. Noi cerchiamo di incoraggiare quei pasticceri che propongono ricette non così strettamente legate alla tradizione e in versione un po' alleggerita. Inoltre c'è da considerare tutte le problematiche legare al mondo delle allergie e delle intolleranze, una grande sfida culturale non solo per la pasticceria ma per tutta la ristorazione: 20 anni fa, quando Eat Parade è cominciato, tutto era decisamente più semplice!
Una curiosità sulla scelta della sigla di Eat Parade: come mai un brano dei Rolling Stones?
La sigla di Eat Parade è sempre la stessa di 20 anni fa e non è mai stata variata. La scelta? Del tutto casuale e... sigla che vince non si cambia!
Giulia Marruccelli